Autore: Giorgio Olori
Leggerissima è un libro al femminile, dove una donna si racconta attraverso poesie e foto che immortalano gli stati d’animo e le emozioni di ogni attimo vissuto. Leggerissima perché ogni donna deve sentirsi così, leggera, senza preconcetti e contrappesi da portare sulle spalle. Essere leggera non vuol dire essere superficiale, sciocca, fatua, ma libera da pregiudizi, costrizioni e imposizioni. Una donna capace di sorridere alla vita, rincorre il vento e sentirlo soffiare sotto le ali come slancio per volare sulla vita. È un diario personale, appunti, emozioni, aneddoti, ricordi, scritti e materializzati su un foglio bianco. Il punto di vista di una donna che racconta di sé, senza nascondere le sue debolezze e le sue fragilità, condividendo la tristezza e la gioia, l’amore e la paura, l’odio e il perdono in una sorta di autoritratto, una telecronaca del suo vissuto per fare pace immediatamente con il presente. La vera felicità è saper accettare tutto ciò che accade con lucida consapevolezza, chiamandolo per nome, vita! È la mia vita e merita rispetto in ogni sua forma, in ogni sua espressione. Sono io la protagonista della mia storia, posso renderla un capolavoro, posso farne meraviglia, vivendo ogni istante con arte e poesia, assaporandone lo splendore. Sono io e sono viva, sono una “sognatrice lunare, creatrice solare, bella, disarmante, LEGGERISSIMA”.
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Autore: Simone Campana. In un mercato che ci incita all’omologazione, la poesia non può essere consumabile, come direbbe Pasolini, o un feticcio che non è espressione di alcuna voce, come direbbe Marx. Vuol dire abbracciare un linguaggio antico e oscuro che sfida la realtà sensibile. La fanciulla di Damasco non vuole derivare la poesia dall’esperienza, ma fare esperienza della poesia. Il titolo è una rielaborazione delle denominazioni con cui è nota la Nigella Damascena: questo attraente fiore velenoso ci avvicina al cuore pulsante della follia. “Andar per morte scioglie i nastri / e in un attimo tutti i profumi liberati: / mi afferrano come piccoli cappi” vuol dire fare esperienza di ciò che non ci rassicura o non è mai cominciato. Lo stile è libero, il verbo ha urgenza di esprimersi con un linguaggio opportunamente trasandato. Sopra le parole si muovono immagini e suggestioni che incanalano l’autore verso un autentico viaggio all’inferno dell’anima per giungere a nuovi sistemi di giudizio.
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Autore: Francesco Tranquilli. L’haiku è una forma di poesia giapponese che si estende su 17 more (sillabe brevi). Questo la rende ancora più intraducibile di altre forme poetiche, vincolata com’è a una brevità rigida e quindi tanto più significativa. L’amore/odio per la traduzione, e la creatività che vive fra l’accettare e il superare i vincoli, mi hanno portato a scriverne 180 in tutte le lingue che frequento. A quanto ne so, questa è la prima raccolta di haiku poliglotta (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, più uno in napoletano), che sia mai stata pubblicata. Siccome questi haiku non sono nati come semplice gioco letterario, ma hanno seguito gli umori, il tempo e i giorni dell’autore, si sono presi molte libertà rispetto alle leggi poetiche del paese di origine. Per esempio, pochi haiku di questo libro contengono un kigo, un riferimento alla stagione. In compenso, ce ne sono di ogni altro genere: narrativi, a dialogo, a tema, e diversi sono multilingue, in cerca di assonanze o risonanze babeliche.
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Autore: Angelo Giacetti La rappresentazione di un quadro terminologico sulle espressioni di vita quotidiana. Fenditure di sguardi e sensazioni sulla possibilità del dire.
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Autrice: Rita Gregori «Questa raccolta nasce da una notte di luna piena che mi ha guidato, con dei passi nel tempo, a pescare dal chiaroscuro della vita le orme di luce lasciate dagli astri. La Luna e le Stelle da sempre mi hanno affascinato e ispirato e così rendo loro omaggio attraverso i miei semplici versi pieni di gratitudine e di tenerezza. Ogni sera affondo gli occhi e l’anima lassù, in alto, per cercare, smarrirmi e ritrovarmi».
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Autrice: Ivana Manni È una voce, la poesia, per Ivana Manni. Una voce in cui piacere e dolore sono inscindibili. Si piange per il dolore come si piange per l’estremo piacere, sono posti sulla stessa linea come se il nostro corpo non possedesse una capacità di differenziarli nella loro manifestazione. È dunque felice il poeta? si chiede. Sì, può esserlo, per quanto sia possibile fermare il tempo nel suo attimo di felicità, ma il tempo scorre e passa ineluttabile e tutto si rituffa nella malinconia, nella nostalgia e nella mancanza poiché il poeta è goloso. Desideroso di tutto, un desiderio incolmabile lo pervade sempre. È un insaziabile. Della poesia i disegni ne sono il compendio.
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Autore: Gioacchino Alfano La famiglia, il lavoro, lo sport e le sue canzoni sono allo stesso tempo i suoi doveri e le sue passioni. La politica, un lungo spaccato di vita intriso di slancio e di impegno. Gli amici, un dono a cui donarsi. La chitarra, sei corde di gioia, un mondo di ispirazione. Le massime, «una pratica collaborativa di scrittura». Leggere, una fame insaziabile. Vivere, il più bello dei doveri, il più impegnativo dei diritti. L’onestà, il prezzo più alto.
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Autrice: Federica Simonetto Donne orfane di virgole nere è la terza silloge della poetessa Federica Simonetto. La raccolta abbraccia quasi dieci anni di scrittura sul tema della violenza alle donne, vista da tutte le sfaccettature: fisica, emotiva, sociale, psicologica, economica. In Italia ogni settantadue ore c’è una vittima di femminicidio e l’OMS ha definito la violenza contro le donne una “piaga mondiale”. L’obiettivo che si pone la poetessa è un percorso lento e meditato impiegato per riportare in luce storie e volti finiti nell’anonimo contenitore del “femminicidio”. Persone, donne venute a galla per fatti di cronaca e subito ammassate e dimenticate. Di storia in storia, da Yara Gambirasio a Gessica Notaro, da Sakineh a Pippa Bacca, da Neda a Behnaz, in punta di piedi, con compostezza di linguaggio, sdoganato ma non a briglie sciolte. Temi gravosi affrontati con una scrittura priva di smancerie, ermetica, graffiante ma tenuta pulita da qualsiasi idea di sfogo fine a sé stesso. Traspare la manifestazione che l’autrice ha della vita e del suo sentire artistico più ampio. La donna nella sua essenza, tra sacro e profano. La poetessa, con verso breve ed evocativo, descrivendo spesso immagini fisse nel tempo e nello spazio, inserisce anche la propria vicenda umana dove ritroviamo separazione, abbandono, solitudine, rivoluzione, speranza e riscatto.
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Autore: Enrico Papalia Era un’altra vita è un «romanzo lirico» sul modello della Vita nova dantesca. Nel titolo è racchiusa l’essenza della raccolta: la poesia non segna l’inizio di una vita rinnovata, quanto il trauma di dover dire addio al passato nel passaggio dall’infanzia alla vita adulta. Un titolo che bene risponde allo sforzo del poeta di manifestare, sotto lo spirito guida di una tragica leggerezza, alcuni temi fondamentali: i primi amori, l’infanzia tradita, la famiglia, il contrasto tra paese e città, ma anche i primi fragili interrogativi sulla fede, l’idea che la gioia non si possa mai vivere nel presente, il sesso, il tradimento, la perdizione. Nella prima parte della raccolta il poeta si muove tra lo spazio intimo del paese natale, nei ricordi d’infanzia, e il primo amore, flebile come una lucciola nelle sere d’estate. L’incontro miracoloso con una nuova Beatrice è al centro della sezione delle Conversazioni, nella quale il poeta trasforma il topos stilnovista degli spiriti d’amore in uno strumento di comunicazione. Segue Atlantide, la parte più erotica dell’intera raccolta, in cui una nuova donna, Scilla, subentra con furore nelle stanze annegate del cuore del poeta. In questi versi costellati di eventi e personaggi, luoghi e relazioni, si muove fragile il poeta come un filatore che cerca di non smarrire quel prezioso groviglio che chiamiamo ricordo.
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Autore: Giorgio Olori «Ogni poesia è una rotazione su me stesso, una piroetta in perfetto equilibrio con il mio baricentro interiore; un momento preciso della mia esistenza. Osservo curioso cosa c’è intorno, ammirando i colori, ascoltando i rumori, annusando gli odori, godendo dei sapori, cogliendo ogni secondo battuto dal tempo per immortalarlo come pittura su tela, luce su lastra, orma su terreno, solco su pietra, lava nel mare, stella nel cielo, emozione nell’anima».
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Autore: Ilaria Amodio «Volevo solo un amore è un viaggio dentro i miei panni e dentro i miei luoghi. Io volevo solo un amore e ci ho sbattuto contro, ma ho saziato la mia fame con questi versi e ho sentito tutto rimbombare perché il mio sentire è amplificato e qua dentro è tutto un gran bordello».
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Autore: Mia Parker Una silloge che ripropone gli effetti dell’innamoramento con accorto richiamo al mito di Arianna e alla teoria platonica dell’eterno incontro delle anime incantate. Con stile contemporaneo e impreziosito da eleganti illustrazioni, Mia Parker presenta un percorso d’amore che induce a sognare.
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Autore: Fabrizio Cipollini Sono seduto sul bordo esatto di una pagina E lascio che le mie lettere mi dimentichino. E cerco il mio punto di rottura. Poesie capaci di creare scenografie, di allontanare dal momento contingente e trasportare il lettore dentro un’atmosfera evanescente ma estremamente reale. Dotate di una potenza immaginifica in grado di creare nei silenzi su cui sono fondate delle suggestioni così potenti da costruire un mondo intero. Un mondo in cui le esperienze dell’autore diventano le sensazioni del lettore, in cui ogni parola ha un peso specifico, ogni spazio nasconde il suo universo di versi mai scritti e frasi mai dette, ogni punto non è mai di chiusura con il passato, ma sempre di apertura verso un nuovo inizio. Una raccolta di scritti che parlano di amore, di aspettative e di attese, nella certezza che una nuova alba non tarderà ad arrivare.
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Autore: Virginia Di Saverio Con questo suo libro Virginia Di Saverio, stravolgere il concetto di attesa, spesso percepito come un attendere passivo, un trascorrere inesorabile del tempo. L’attesa che queste 160 poesie indagano è un’attesa propositiva, viva e vivace, è la forza silenziosa della volontà. Il desiderio ardente di chi sa che i primo cambiamento è il frutto di un’azione mentale, di una scelta pensata e agita. In questa dimensione dell’anima, attendere non vuol dei equidi aspettare, vuol dire essere attenti a ciò che il mondo ci riserva, stare concentrati sui particolari, sui segni che il cosmo ci manda. Sono questi segni, questi momenti che ci indicano il dove e il come, il perché in questa dimensione animata non è necessario saperlo, lo diventerà in seguito. In fondo ogni scelta di libertà porta con se un margine di rischio ed incertezza. Ecco allora che l’attesa diventa la metabolizzazione consapevole del cambiamento. Gli occhi delle donne dipinte, le parole delle poesie scritte, non lasciano mai un vuoto, non sono un pianto smorzato, anzi, sono la prova viva di un atto di coraggio, del suo personale atto di coraggio, nel voler seguire ciò che sente più vicino a quello che lei è: la sua Arte. #Domenico Capponi