di Domenico Capponi

Quando finisci di scrivere un libro così

Meletti. L’aristocrazia dei liquori italiani è il titolo del libro scritto per celebrare i 150 anni della Ditta Silvio Meletti, conosciuta in Italia e nel mondo per l’inconfondibile aroma dell’Anisetta Meletti e dei sui prodotti.

È stato un lavoro intenso, complicato per la mole di documenti visionati e di cui la famiglia Meletti dispone. Impegnativo nel reperimento delle testimonianze e nella minuziosa ricostruzione della storia aziendale.

Meletti. L’aristocrazia dei liquori italiani è una Brand Story raccontata per immagini e parole.

Quando due anni fa mi proposero questo progetto editoriale, capii subito che non stavo soltanto accettando di pubblicare un libro, stavo accettando una sfida, e così è stato. Sapevo che avrei dovuto scriverlo io quel libro, per un motivo semplice ma fondamentale, una storia così prima di scriverla devi sentirla. 

Non basta la conoscenza e la padronanza delle tecniche narrative, non basta la fluidità di penna e il saper scegliere le parole giuste, in una storia come questa c’è bisogno di musica, di profondità, di interpretazione; c’è bisogno di sentimento e passione perché, solo empatizzando con il fondatore prima e con tutti coloro che lo hanno succeduto poi, solo allora, è possibile prendere la penna in mano. 

Sono andato oltre il detto e il già scritto, non mi sono fermato dinanzi a ciò che si credeva di conoscere, sono andato sempre dove il mio istinto mi portava, fidandomi tenendo a bada la paura  e il senso di responsabilità che si prova quando sai che stai parlando della vita di altre persone. Solo così ho potuto scoprire la figura di Silvio Meletti uomo e imprenditore, capire la sua visione ed il suo coraggio, la temerarietà di chi non ha paura di azzardare scelte sconcertanti per i più, mosso da una fiducia che travalica di gran lunga il gesto, il momento, una fede che è in grado di determinare ciò che sarà.

Scrivere una storia aziendale per me è questo: ricercare il flusso che ha mosso l’imprenditore,  i valori che l’hanno ispirato e che nei secoli hanno guidato le scelte dei suoi successori.

Non si può inventare, ci si deve basare sugli atti e sui fatti, le parole che si rincorrono dovrebbero avere il giusto compito di dare voce a quello che è stato, ma tirando fuori l’anima che c’è dietro.

Quando si finisce una storia così, si impara a convivere con la nostalgia come sanno fare i marinai che, tornati sulla terra ferma continuano a portarsi dentro le onde del mare, la luce al tramonto, il buio della notte, la paura di non farcela a superare la tempesta. È tutto dentro di loro, anche se muovono un passo dopo l’altro sulla banchina di un porto.

Quando si finisce un libro così, capisci che hai fatto un ottimo lavoro se guardi il mondo con occhi diversi, se ti senti cambiato, se hai attraversato anche tu tre secoli, se hai vissuto tante vite, se ti senti diverso: sei più forte, sei migliore.