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Da più parti si è affermato che non conosciamo ancora (e forse non conosceremo mai) la vera storia del nostro paese dal 1943 a pochi anni fa. Se da un lato, in un paese ossessionato da congiure, segreti, misteri di ogni genere, dal Caso Mattei alle stragi, dal terrorismo alle trame golpiste, riesce difficile non essere d'accordo con questa affermazione, dall'altro c'è da chiedersi se il complottismo, questa singolare forma di paranoia individuale e collettiva, sia un problema unicamente italiano; e se sia da considerare veramente un problema (da risolvere) o un punto di vista (da discutere). L'impressione che si ha infatti è che l'immaginario complottista sia un modo per rintracciare se non altro un chi, un come e un quando per macroeventi la cui grandezza di per sé incute paura. Nel momento in cui tutte le narrazioni "ufficiali" vengono messe più o meno sistematicamente in dubbio e l'ombra del complotto si allarga su tutto, dalla politica all'economia, dallo sport alla vita quotidiana, è forse giunto il momento di discuterne con vari studiosi provenienti da vari ambiti di ricerca, facendo convergere i punti di vista propri dei diversi ambiti in cui il pensiero complottista si è radicato negli ultimi anni (storia, politica, giornalismo, giustizia, letteratura, cinema, ecc.). Un tale confronto, per avere valore, dovrà essere il più ampio possibile e dovrà riguardare, per evitare il rischio della polemica strumentale, non solo il nostro ambito nazionale, ma cercare di vedere il problema del complotto in un quadro il più possibile mondiale. Si scoprirà così che un altro grande paese è malato della stessa malattia (se di malattia si tratta): gli Stati Uniti. Una nazione dove l'inquietudine del complotto, covata durante la guerra fredda ed esplosa con l'assassinio di Kennedy, giustamente definito “la Madre di tutti i Complotti”, ha portato nel cinema, nella televisione e in letteratura a una vera e propria poetica del complotto. Perché in effetti se si vuole il problema del complotto è un problema eminentemente narrativo: si tratta di denunciare la falsità della storia ufficiale e rintracciare altre storie che consentano di capire com'è veramente andata. Allora l'uomo del complotto (colui che vi prende attivamente parte) e il complottista (quello che cerca di smascherarlo) si trovano a competere sul terreno del racconto, il primo intento a costruire una falsa storia che nasconda i suoi misfatti, il secondo a ricostruire la vera storia che faccia giustizia della prima. Proprio per raccontare, tracciare e interrogare questa lotta a volte silenziosa e a volte fragorosa abbiamo deciso di proporre ai nostri lettori la Collana di cui questo Libro rappresenta il primo volume. Paolo Prezzavento
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EsauritoNel 1935 Monteprandone era diversa da quella che conosciamo ora. Centobuchi non era quel cuore economico e quella pletora d’industrie lungo la via Salaria. Fino a 71 anni fa Monteprandone aveva in Porto d’Ascoli il suo sbocco a mare, fin quando l’ultimo nucleo abitato prima del Tronto fu annesso alla potenza di San Benedetto. Una storia particolare, incentrata non solo nella figura di San Giacomo della Marca, nell’ultima fatica letteraria di Saturino Loggi, intitolata “Monteprandone Porto d’Ascoli, storia di un territorio“ . Il libro vuole essere un importante compendio di storia territoriale, fatta con grande attenzione e dedizione, un contributo attraverso il quale è possibile lasciare una traccia definita di quella che è la storia di Monteprandone e Porto d'Ascoli attraverso le testimonianze documentali fino ad oggi conosciute.
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Queste linee guida sono scritte nella convinzione he gli strumenti che veicolano il contenuto informativo e di significato della collezione museale nel suo complesso e dei singoli oggetti siano uno strumento chiave per rafforzare il legame tra cittadini/visitatori e patrimonio culturale. " I musei non sono un fine in se stessi, ma un mezzo al servizio dell'umanità" questa affermazione di Alma Wittlin può essere estesa ai beni culturali in senso lato, fonte di pensiero, esperienza, sensazioni, in altre parole di conoscenza, e portatori di valori non solo culturali ma sociali, in quanto produttori/generatori di senso.
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Questo libro propone una inedita ricerca a tutto campo sull'antico popolo dei Piceni, ricomponendo i fili della storia e delle leggenda attraverso l'archeologia e con l'ausilio dei più recenti e intriganti risultati della ricerca paleontologica. Le sue pagine accompagnano il lettore sia attento che curioso alle radici più lontana e inaspettate dei Piceni, indagando il fondo di verità celato nelle offuscate memorie che ci sono state tramandate dalle fonti antiche. E' un viaggio avvincente, che travalica nello spazio, i limiti geografici della penisola e, nel tempo, quelli dell'Età del Ferro italiana. Si parla dei Sabini scesi dagli Appennini, si parla dei Liburni salpati dall'Illiria e approdati sulla coste centro-adriatiche, di quei Siculi più antichi e misteriosi, che le fonti ci dicono giunti nella regione in tempi ancora lontani.A tutti questi popoli lo studio del Prof. Bernardo Carfagna, vuole riconsegnare una congrua dimensione storica, per notare la grande capacità di fondersi fra loro che li ha portati, nel corso del tempo, a costruire una realtà demografica e culturale tra le più riconoscibili dell'Italia preromana. Tanto che Roma stessa, a più di due secoli dal suo trionfo sui Picentes, rese eterna la fama del popolo che nel 269 a.C. aveva osato sfidala nella vaga speranza di rimanere indipedente, assegnando il nome di Picenum alla regio V augustea.
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Questo volume contiene i contributi di alcuni tra i maggiori esperti italiani di comunicazione politica.Un lavoro - curato da Gianluca Vagnarelli, con prefazione di Michele Sorice. Un lavoro corale quindi, ambizioso nella sua scelta di essere uno strumento utile per tutti coloro che volessero approcciare con professionalità elevata questo affascinante e strategico ambito della comunicazione. Indice dei contributi.
- CDA, un approccio strategico nella costruzione dei messaggi: il caso delle elezioni 2014 di Marco M. Cacciotto
- Come comunica Matteo Renzi: un viaggio dalla A alla Z di Valentina Di Leo
- Il cambio del paradigma della comunicazione politica: dalla conversione alla mobilitazione di Gianluca Giansante
- Profili strategici e comunicativi di una campagna elettorale: il caso di Vincenzo De Lucaalle regionali della Campania di:Stefano Origlia, Lorenzo Pregliasco
- I discorsi politici della sconfitta di Gianluca Vagnarelli
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"Haereticus: così, fin dal titolo, Piero M. Benfatti connota il protagonista del suo libro ovvero Cecco d’Ascoli, un intellettuale 'atipico' che lottò per le sue idee in una Italia che anche nel Trecento era faziosa come quella attuale, e forse persino più violenta. La trama essenziale dei fatti relativi alla vita del protagonista è nota, quanto basta per sollevare l’autore dal compito di scrivere un saggio biografico, ma il rapporto di Cecco con il contesto storico, politico, religioso e culturale di quell’epoca fertilissima è talmente denso di suggestioni da consentire a Benfatti di interpretare lacune e silenzi della documentazione - peraltro ben padroneggiata - con talento e intento di narratore. In tal modo la prua del libro vira verso la fiction, dischiudendo al lettore terre incognite, fitte di sorprese e di colpi di scena che appassionano, mettendo in questione l’intrico dei fatti e persino la hall of fame della Storia." - Paolo Cesaretti - bizantinista - Premio Internazionale Ascoli Piceno per gli studi medievali 2007
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EsauritoUna vittima con una esistenza tranquilla ed apparentemente senza lati oscuri, una palestra che sembra nascondere molti misteri, donne che appartengono al passato di Ferrer che tornano prepotentemente in gioco , un Sostituto Procuratore ostile restio ad indagare su un mondo dorato e di potere... Tra morte sesso amore ,in una meravigliosa Città Eterna afosa e soffocante , si dipana una vicenda che porterà il commissario Marco Ferrer a fare i conti con il proprio disagio esistenziale e a confrontarsi con un assassino che riuscirà a sfuggirgli fino al drammatico epilogo.
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Il Pecorino è un vitigno autoctono, è cresciuto in questo preciso luogo geografico adattandosi in modo simbiotico al territorio che da secoli lo ospita. Non è sceso a compromessi per sopravvivere, non ha accettato di adeguarsi alla legge del cambiamento, è rimasto fedele alle sue caratteristiche e questo lo ha portato vicino all’estinzione. Ha mantenuto fede al legame stretto con il suo territorio, il Piceno, nelle Marche, dal quale ha preso, al quale ha dato ed infatti, può essere considerato un vitigno a piede franco. Questo libro, partendo dalla riscoperta del vitigno, avvenuta ad opera di Guido Cocci Grifoni, delinea le caratteristiche principali di quello che a tutti gli effetti può essere considerato un grande vino italiano. Il vino una volta conosciuto ed apprezzato viene poi abbinato a 31 ricette, 10 locali, 10 nazionali e 10 internazionali, l’ultima ricetta, la trentunesima, è l’abbinamento più azzardato nei fatti, ma il più simbolico.
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Questo libro, curato da Nikla Cingolani, nasce da una riflessione tratta da "Il faut bien manger." O il calcolo del soggetto di - Jacques Derrida. “Dunque, la questione morale non è e non è mai stata, si deve mangiare o non si deve mangiare, mangiare questo e non quello, il vivente o il non vivente, l’uomo o l’animale ma poiché si deve pur mangiare e che sia bene, e che sia buono, e che non ci sia altra definizione del bene, come si deve mangiare bene?” (Jaques Derrida) La curatrice ha inteso mettere a confronto e analizzare il rapporto psicologico, politico e sociale, che si ha con il cibo, mettendone in luce il lato materiale e simbolico. Per fare a ciò ha riunito artisti marchigiani, nazionali ed internazionali oltre a filosofi, psicologi, musicisti e chef, il tutto a creare un menù eterogeneo che sia in grado di mettere in luce il rapporto cibo-bene, che poi sia un bene legato ad una corretta alimentazione o un cibo che faccia bene all'anima o al pianeta, poco importa, ciò che conta è che la bussola sia correttamente posizionata. Attraverso le opere di Federica Amichetti, Karin Andersen, Attinia, Luca Bidoli, Daniele Camaioni, Angelo Colangelo, Giulia Corradetti, Peter De Boer, Armando Fanelli, Pierfrancesco Gava, Carla Mattii, Sabrina Muzi, ed i testi - “ricette” di Paolo Brunelli maestro chocolatier, Gabriele Capannelli titolare di “Bontà delle Marche”, la dott.ssa Giuliana Capannellipsicoanalista del Centro Heta “ Fida Ancona, il sommelier professionista Settimio Cingolani, lo scienziato Fabrizio Fasano, l’oncologo Cesare Gridelli, l’antropologa Alessandra Guigoni, lo psichiatra psicoanalista Leonardo Mendolicchio, il giornalistaClaudio Mollo, Fabiola Ruggiero titolare di “Cose di Tè”, la dott.ssa Cristiana Santini, la dott.ssa Cinzia Scaffidi, il tenore Pietro Ballo, e infine le interviste al prof. Nicola Perullo e allo Chef Moreno Cedroni. Tutti sono stati invitati a commentare le opere e rispondere alle affermazioni derridiane: “Bisogna ben mangiare” “Bisogna mangiare bene” “Bisogna mangiare il Bene”.
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Due donne, una madre ed una figlia. Un rapporto complesso, due caratteri forti, spigolosi, due mondi apparentemente lontani. Conoscersi è un processo continuo di apprendimento, di scelte, di salti nel vuoto, a volte di sfide, ma sempre deve esserci la volontà di cambiare, la volontà di essere pronti al cambiamento, incessante, inevitabile, naturale. Se non siamo in grado di cambiare, il mondo ci cambierà comunque intorno, i rapporti ci cambieranno. e noi saremo li, sempre con lo stesso stato d'animo dello spettatore. Diana,la madre, non ha accettato questa dinamica, ha cercato e trovato un linguaggio che potesse metterla in connessione con Annalisa, l'ha trovato e hanno iniziato a parlarsi, a confrontarsi, a mettersi a nudo attraverso le loro storie, i loro mondi, a prima vista così lontani hanno trovato, a tratti, forse per breve istanti dei punti di contatto.
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Questo libro è il racconto autobiografico della vita di Natalino Bartolomei, il fondatore dell’impresa agricola Ciù Ciù di Offida, cittadina della provincia di Ascoli Piceno. In queste pagine sono ripercorse non solo le vicende della sua famiglia, ma anche quelle della nascita e dello sviluppo di una delle prime aziende vitivinicole delle Marche e, più in generale, delle tradizioni di un intero territorio: il Piceno. L’interesse di questa storia non risiede soltanto nel suo essere un racconto autentico, non certo auto celebrativo, di un percorso personale e professionale fatto di successi, e soprattutto di duri sacrifici, ma anche nel rappresentare un piccolo contributo alla ricostruzione della storia di quella cultura vitivinicola che, da sempre, ha contraddistinto l’economia e l’identità marchigiana.
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EsauritoIl catalogo della quinta edizione di Marche Centro d'Arte è stato curato da Artificio, il nostro marchio editoriale dedicato all'arte. Convinti come siamo, e come lo sono gli ideatori che l'arte e i suoi riti possono essere un elemento aggregante del territorio e per il territorio. Con questa quinta edizione dell'Expo Marche Centro d'Arte si è infatti compiuta una importante opera di consolidamento nel territorio dell'intero progetto.Sono infatti cinque le città che quest'anno hanno accettato di ospitare l'Expo: San Benedetto del Tronto, Offida, Cupra Marittima, Monsanpolo, Monteprandone. Le sette sezioni dell'Expo propongono uno sguardo a 20 anni di storia, attraverso alcuni degli artisti che hanno partecipato alle iniziative della galleria Marconi, ma anche con uno sguardo sul futuro, con la selezione da cui potrebbero uscire, come già accaduto, gli artisti dei prossimi anni. San Benedetto del Tronto: Pala Riviera, a cura di Nikla Cingolani Cupra Marittima: Stazione Ferroviaria, ex spogliatoi, a cura di Anna Rita Chiocca Monsanpolo del Tronto: Chiostro di San Francesco, a cura di Valentina Falcioni Monteprandone: Palazzo Parissi, a cura di Maria Letizia Paiato Offida: Showroom Ciù Ciù, a cura di Lucia Zappacosta
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Il Piceno e la Shoah, ripercorre le vicende legate alla persecuzione, all'internamento e alla deportazione degli ebrei italiani e stranieri durante il fascismo, in quello che all'epoca era il territorio della provincia di Ascoli Piceno. Frutto di una meticolosa ricerca d'archivio, arricchita da documentazioni e testimonianze inedite, il volume affronta uno dei temi più delicati e stringenti della stria del Novecento, proponendo un originale parallelismo tra la situazione nazionale e quella legata alla nostra realtà territoriale. Il progetto di ricerca durato più di due anni, non vuole porsi come libro di denuncia, ma come documento di testimonianza, ecco perchè in esso abbiamo inserito ed insistito sullo studio e pubblicazione dei documenti inediti, molti legati al campo di internamento di Servigliano, altri a piccoli campi dislocati sul territorio.
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EsauritoLubecca è agli opposti di Trieste. Il bordo esterno di un continente, l’affaccio al mare del nord come Trieste è il primo approdo a quello del sud. Entrambe hanno un’aria un po’ congelata e sospesa, quasi che, a dispetto di una lunga storia, di architetture eleganti e delle dinastie dei commercianti, lo sviluppo fosse rimasto a un certo punto bloccato, preservandole dal contagio ma anche dal dinamismo del Novecento. Ma in questo non c’è contraddizione: la linea che da Lubecca a Trieste ha tagliato il continente, dividendo est e ovest, ha reso le due città allo stesso tempo avamposto e periferia di un impero.
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EsauritoUna storia fatta di delitti, di corruzione, di follia e ambizione. Ma anche il racconto di come l'uomo sia l'unico animale capace di inquinare se stesso, la propria anima, il mondo che lo circonda, le persone alle quali vuole bene. E lo fa agendo secondo natura. La propria natura. Il secondo romanzo di Francesco, è una lucida descrizione delle dinamiche perverse e contraddittorie che abitano l'essere umano, che guidano il suo agire. I personaggi seppure messi a nudo nella loro essenza, non mancano di mostrare il lato grottesco del loro agire, un agire secondo natura, una natura che non sa concepire se stessa, che non trova sintonia con il contesto che la circonda...una natura che si è snaturata!!
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EsauritoRaccontare le emozioni di una comunità, estrarne il senso, coglierne le contraddizioni vissute, esorcizzate con le proprie tradizioni. Sacro e Profano sono due estremi, due mondi apparentemente lontani che qui magicamente si intrecciano, si fondono, condizionano, danno identità, quella vera. Le immagini, bellissime parlo chiaro, non lasciano dubbi, non vogliono essere interpretate, raccontano di mondi che convivono in un luogo, Offida, nei suoi abitanti, e lo fanno in un modo così vero, che sorge il dubbio su quale sia la realtà.
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EsauritoIL CIBO CURA, RIEQUILIBRA, SOSTIENE, RAFFORZA, DEPURA, SE SCELTO E COMBINATO NEL MODO GIUSTO. Questo libro è il frutto di venticinque anni di studi, ricerche, esperienze cliniche ed emozioni, ma soprattutto di scelte. Nel TAO dell’Alimentazione il cibo non assume mai sfumature di grigio, ma è bianco o nero, fa bene o fa male, ti difende o ti nuoce. Il benessere si guadagna acquisendo un METODO che non sia moda o situazione contingente ma SCELTA. Un metodo che ci porti a contrastare e gestire un quotidiano carico di troppi stressogeni. Nel libro non c’è mai complementarità, i due principi opposti del TAO qui non possono convivere, se lo facessero andrebbero a rompere un equilibrio. L’obiettivo è quello di conquistare più TAO BIANCO possibile. Il TAO BIANCO è la nostra difesa contro il TAO NERO, è Educazione verso una scelta consapevole per arrivare al METODO, il ritorno alla Dieta Mediterranea: Mangia Meglio Mediterraneo.
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EsauritoLe ricette presentate in questo volume rappresentano la sintesi di azioni di indagine condotte nel piceno alla ricerca di preparazioni culinarie che appartengono alla tradizione gastronomica o alle buone prassi legate alle tipicità alimentari del territorio, integrate da un approccio scientifico che ha permesso l'emersione del loro valore salutistico espresso come indice di compatibilità con i principi della Dieta Mediterranea. Il risultato di questi sforzi combinati ( Azienda Speciale Piceno Promozione e Università di Camerino ) hanno portato all'individuazione di ventotto ricette per due menu, estivo ed invernale della Dieta Mediterranea picena, che rappresentano i menu ideali e si pongono come un vero punto di riferimento per una dieta sana, equilibrata e coerente con le ricette tradizionali del territorio Piceno.