Abbiamo intervistato FRANCESCA SARTORI, la più giovane tra gli autori da noi pubblicati nel 2017. La scrittrice friulana soddisferà la curiosità dei lettori sul suo romanzo d’esordio “SOTTO LA CENERE” (Capponi Editore, 2017, € 18,00). Di seguito la prima parte dell’intervista.

Francesca, raccontaci l’emozione di questo tuo primo libro. Come hai vissuto il percorso che ti ha condotta dalla redazione alla pubblicazione di “Sotto la cenere”?

Fino a qualche mese fa non avrei mai creduto di riuscire a pubblicare un libro. È stata un’esperienza grandiosa, che fino ad ora mi ha dato moltissime soddisfazioni. Continuo a ringraziare Capponi Editore per aver creduto in me e avermi dato questa opportunità.

Quale parte della storia ritieni più significativa? Quale ti ha coinvolto maggiormente al momento della redazione o hai trovato più complessa da narrare?

Non c’è una parte del libro che ritengo sia più significativa di altre. Ogni frammento è utile per comprendere il resto. Ogni attimo della vita dei personaggi ha un suo senso. La parte più complessa da costruire è stato l’inizio. Una volta che la storia si era avviata, è stato tutto molto più semplice.

Com’è avvenuta la scelta del titolo?

Originariamente il titolo era “Al centro del cerchio”. Tuttavia, mi sembrava che questo titolo fosse rappresentativo soltanto di una parte del romanzo, quella dedicata al mistero della famiglia Colchester. Volevo un titolo che rispecchiasse il libro nella sua interezza. “Sotto la cenere” allude alla necessità di scavare sotto le apparenze e ciò che risulta evidente. Questo è un aspetto che accomuna il mistero relativo all’incendio di Colchester Castle del 1901 agli elementi di contorno, ma non per questo meno importanti, che hanno un loro intimo e recondito significato da interpretare nel modo giusto.

Quale tra i personaggi della storia ti somiglia di più o senti più vicino a te?

Lucille e Kat, due caratteri diversi, ma uniti da qualcosa di simile: forse la mia visione del mondo. In realtà ogni personaggio ha una parte di me. Mi sento di dire che ogni carattere del romanzo è plurisfaccettato. Non esiste un personaggio unicamente buono o unicamente cattivo, solo vittima o solo carnefice. Ogni soggetto è un essere complesso, con una particolare storia dietro sé e una lunga catena di cause che l’hanno portato ad essere quello che è, esattamente come le persone reali. Perciò ognuno di loro ha in parte qualcosa di mio.

Katherine, Jodie, Lucille…: nel tuo romanzo le donne costituiscono il perno della vicenda. C’è un motivo particolare di questa presenza femminile così preponderante?

È vero, le donne sono al centro del romanzo, nella maggior parte delle occasioni sono loro che muovono i fili della trama e fanno sì che gli eventi progrediscano. Ho creato dei personaggi femminili ai quali potessi sentirmi vicina e grazie ai quali potessi descrivere i vari volti che le donne possono avere. Una donna può essere tutto: fragile, forte, impulsiva, manipolatrice. Ma ogni donna, esattamente come ogni altro personaggio e ogni essere umano, può mutare e cambiare maschera nel corso della vita, fino ad arrivare a fare cose che non avrebbe mai immaginato di poter compiere.

La storia narrata in “Sotto la cenere” si svolge a Londra e nella contea dell’Essex. Come mai hai scelto questa ambientazione?

L’Inghilterra è una terra magica e incredibilmente misteriosa ai miei occhi. È un territorio pieno di castelli, con storie intricate di famiglie dalla discendenza secolare. Era il luogo ideale per un libro come il mio.

Da quali eventi, personaggi o libri trae ispirazione “Sotto la cenere”?

Ho iniziato a pensare alla trama di “Sotto la cenere” a 14 anni, dopo un viaggio in Toscana. Ho avuto l’occasione di vedere il mulino di Orbetello, che con il suo fascino misterioso ha ispirato questa storia. Dopodiché ci sono state le letture di autrici come Kate Morton, Charlotte Link e altri.

Con questa storia hai voluto trasmettere un messaggio particolare ai tuoi lettori? Se sì, quale?

L’essere umano non ha un solo modo di essere. Gli individui sono complessi e poliedrici, difficilmente analizzabili con chiarezza. Non si è mai veramente “uno”, ma si è “tanti”. E fra noi costruiamo vari tipi di relazione, estremamente differenti, che nel libro hanno la straordinaria forza di riuscire a vincere la morte e lo scorrere degli anni, unendo così, con un vincolo indissolubile, presente e passato.

A breve pubblicheremo la seconda parte dell’intervista, nella quale FRANCESCA SARTORI ci parlerà del suo rapporto col mondo dei libri e dei suoi progetti per il futuro.