Parte da quest’anno una collaborazione per me molto ambita e ricercata, una collaborazione che mi da soddisfazione personale e professionale perché credo fortemente che sia il frutto di un desiderio mio e dei miei nuovi compagni di viaggio: l’Istituto Grafologico Internazionale Moretti Urbino.
Essere diventati la Casa Editrice di riferimento dell’IGM è motivo di orgoglio e li ringrazio per la fiducia che hanno riposto nella nostra professionalità, nelle modo in cui viviamo il mondo dell’editoria e nel modo in cui lavoriamo. Il progetto editoriale che ci siamo prefissati è ambizioso, ma non poteva essere diversamente visto la nostra comune volontà di portare al più ampio pubblico tutto il sapere di questo prestigioso Istituto e degli studiosi nazionali e internazionali che gravitano intorno.
Partiamo in questo anno martoriato dal Covid-19 che ha bloccato tante importanti iniziative dell’Istituto Grafologico Moretti di Urbino ricordando il cinquantesimo anniversario della sua fondazione con il profilo del padre della grafologia italiana, di cui IGM ha raccolto l’eredità e ha continuato l’attività grafologica in diverse direzioni.
Personaggio originale e indubbiamente geniale, Girolamo Moretti esce da queste pagine nella sua umanità, nella sua storia, nelle sue scoperte. Descrivendo l’intelligenza intuitiva del genio, ci offre un autoritratto vivo e originale: «L’intelligenza intuitiva positiva è l’intelligenza che inventa, cioè quella che produce quasi come sorgente. A questa appartiene il genio».
Non si tratta di passatismo nostalgico, e tanto meno campanilismo, ma di una istanza profonda della ricerca e dell’attività grafologica. Queste note nascono dall’esigenza di osservare Moretti in prospettiva “storica”, di cogliere la nascita e l’evoluzione del metodo, i contributi originali, lo sforzo della traduzione dell’intuizione in regole o leggi, la psicologia, l’umanità e quindi di collocare il fondatore della grafologia italiana nel posto che gli spetta all’interno della storia della grafologia internazionale.