Volubile, conflittuale, instabile era tutta intera la Marca d’Ancona, terra contesa da due autorità superiori ed universali: papato ed impero. Di questa regione di confine, Ascoli distilla e considera l’intrinseca ‘volubilità’ per il fatto di trovarsi immediatamente a ridosso della frontiera tra terre rivendicate dal papato e una diversa entità statuale (governata dai Normanni prima, dagli Svevi poi e infine dagli Angioini) Ne risulta una situazione che condiziona e segna in modo marcato la vicenda storica tanto esterna che interna della città e della sua Chiesa, finendo per assecondare ed esaltare quegli intrinseci tratti ed ispirazioni di tipo particolaristico che sono riconosciuti tipici di tutta la regione. Una collezione territoriale e politica a tal punto peculiare da far sentire il bisogno di verificare se, ed eventualmente come, essa si ripercuota in maniera significativa, e dunque connotante, sulla identità e sulla storia della Chiesa ascolana. Questa ricerca parte dalle motivazione storiografiche politiche per aprirsi a comprendere più dense implicanze e più complessi rapporti con altre realtà istituzionali