-
Autrice: Francesca Marini Vèstiti di Felicità. Indossa una bellezza che ti fa stare bene è un inno alla bellezza che libera dai limiti, rigenera e vivifica, per aiutare le donne che vivono un disagio nell’aspetto estetico a liberarsi dagli stereotipi e a riscoprire la forza della propria immagine. Un invito ad avere nuovi occhi per una bellezza che troppo spesso non sappiamo riconoscere – sia nell’armadio che nella vita – condizionate come siamo dalla cultura dell’apparenza e dalle narrazioni estetiche che dettano regole e convenzioni. Un percorso per svestirsi degli abiti del limite, dell’autocritica e del pregiudizio, per rivestirsi di una rinnovata felicità.
-
Autrice: Flavia Guerrieri Cosa ne è stato del libro nella pittura fiamminga di Memling? Perché nelle Vanitas compaiono volumi accanto a teschi e fiori appassiti? La lettura nell’Ottocento era solo puro intrattenimento o massima espressione creativa? Questo testo tenta di rispondere a molteplici quesiti per riportare il lettore verso un mondo, quello delle immagini che raccontano, ma soprattutto verso il libro. Tale saggio ripercorre attraverso uno sguardo semiotico le principali rappresentazioni del libro nell’età moderna, che testimoniano l’evoluzione dell’arte della lettura. Da simulacri di verità, a mezzi di autoriflessione o strumenti di indagine creativa e anarchica, i libri ci propongono da sempre molteplici visioni. Accade quindi che in una pagina svelata, traccia del passaggio di molti, si nasconda una libertà di creare, una capacità di sentire, o una visione del mondo. Altre volte, troviamo semplicemente noi stessi.
-
Autrice: Sara Viviani Carlo Crivelli è l’artista dell’erranza, un pittore che in vita ha girato per tutto il territorio marchigiano passando per cattedrali o piccole chiese dentro borghi silenziosi. Carlo Crivelli e le Marche hanno avuto un bellissimo rapporto che ha forgiato le influenze e i gusti locali, creando un connubio unico tra originalità artistica e stilemi classici. In tempi recenti si sta riscoprendo l’immenso valore di questo pittore, veneziano per nascita e marchigiano per amore, e l’immensa ricchezza delle colline che lo hanno accudito come un figlio. Entrambi i soggetti hanno una voce forte e potente che ha resistito alla prova del tempo e che ancora oggi, a distanza di secoli, non smette di alimentare la loro bellezza. Le Marche e Crivelli hanno condiviso l’oblio e l’anonimato da parte della critica e del mondo, ora stanno condividendo la rinascita sempre più vigorosa di una nuova sensibilità culturale. Ma qual è il viaggio che Crivelli ha compiuto nelle Marche? Quali sono stati i luoghi che ha visitato e nei quali ha lasciato una traccia del suo passaggio? Un museo diffuso parte da questa narrazione e, forse, sarà anche in grado di guidarvi all’interno di questa magnifica regione.
-
A cura di: Daphne De Luca, Stefano Papetti, Graziella Roselli e Giuseppe Di Girolami In occasione delle giornate di studi svolte ad Ascoli e a Camerino il 22 e 23 ottobre 2021 (a cura di Daphne De Luca, Stefano Papetti, Graziella Roselli e Giuseppe Di Girolami), si sono riuniti per la prima volta alcuni fra i massimi esperti del pittore veneziano in un felice connubio fra studi storico-artistici e studi tecnici, con il coinvolgimento di storici dell’arte, restauratori, chimici e diagnosti. La prima parte del volume è dedicata agli studi storico-artistici sul pittore, con alcune nuove riflessioni di natura iconologica e iconografica e un approfondimento sul contesto culturale e sociale nel quale si muove Crivelli al suo arrivo nelle Marche e sull’eredità che lascerà nel territorio. Nella seconda parte i saggi si concentrano sulla tecnica pittorica del maestro veneziano, svelando i segreti di bottega che hanno reso i suoi polittici non solo dipinti di straordinaria bellezza ma anche manufatti artigianali di grandissima qualità: dalle tecniche di assemblaggio dei supporti lignei e delle maestose cornici, agli strati preparatori e pittorici, dorature, graniture e punzonature.
-
Autore: Mariano Moroni Gli oggetti usuali ci parlano anche del valore umano, della bellezza, del genio profuso da singoli o gruppi, della civiltà, della forma utile che diviene estetica sorprendente. Ci parlano anche di pace sociale (un mondo di persone creative e appassionate di norma non può produrre mostri). La fabbrica, come architettura, può essere testimonianza ideale, il luogo dove per tanti anni delle persone vivono, faticano, sognano e amano. Il pensiero va ad Adriano Olivetti che a Ivrea realizza le utopie degli idealisti del secolo precedente, dando nuovo significato al lavoro.
-
Percorsi d'arte
Guida ai musei di Ascoli Piceno | Guide to the museums of Ascoli PicenoUna guida indispensabile per conoscere tutte le strutture che fanno parte della Rete dei Musei Civici di Ascoli Piceno: la Pinacoteca, il Museo dell’Alto Medioevo allestito presso il Forte Malatesta, il Museo dell’Arte Ceramica, la Galleria d’Arte Contemporanea intitolata a Osvaldo Licini e la Cartiera Papale sono presentati attraverso testi agili ed esaurienti, che mettono in luce anche i manufatti più pregiati in esposizione e illustrano le caratteristiche architettoniche degli edifici storici che li ospitano.
An indispensable guide to know all the structures that are part of the network of the Civic Museums of Ascoli Piceno. The Civic Art Gallery, the Museum of the Early Middle Ages, housed at Forte Malatesta, the Museum of Ceramic Art, the Gallery of Contemporary Art, named after Osvaldo Licini, and the Papal Paper Mill Museum are presented through agile and exhaustive texts, which also highlight the most precious artefacts on display and illustrate the architectural characteristics of the historic buildings that house them.
-
EsauritoAutore: VIKTORIJA ČARKINA
Un excursus nel mondo di uno dei più grandi artisti del Novecento italiano: Luca Alinari.
La molteplicità e varietà linguistico-formale della sua produzione evidenzia l’impossibilità di racchiudere il pittore all’interno di una corrente specifica. Essendo stata una persona introversa, le sue opere fungono da specchio, celando contenuti impliciti. La maturazione artistica va di pari passo con la crescita personale e viceversa, perciò l’analisi della vita del pittore è indispensabile per capire meglio la sua produzione artistica.
-
MELETTI – L'ARISTOCRAZIA DEI LIQUORI ITALIANI
La Ditta Silvio Meletti il 20 Settembre 2020 festeggia 150 anni di storia e di attività nel mondo della distillazione. Un traguardo importante che richiede una celebrazione altrettanto importante. Il libro che ne è nato non è solo la narrazione di tre secoli di storia che hanno visto susseguirsi, partendo dal fondatore, cinque generazioni, ma anche un ritratto dell’Italia e del mondo in costante cambiamento. Sono cambiati i confini, è cambiato il concetto di tempo, di spazio; sono cambiati i mestieri, le abitudini e il modo di stare insieme. Dentro questa trasformazione costante la Ditta Meletti c’è sempre stata, cercando di interpretarla, a volte di anticiparla, mantenendo però immutata la cultura del lavoro e sempre consapevoli che c’è un tempo, quello della distillazione, che si deve assecondare. Le tecniche e la perizia vengono da lontano, da una piccola bottega di in via Pretoriana 228, ad Ascoli Piceno, per arrivare alle stelle, come recita il motto di famiglia, per aspera ad astra. In questi anni ci sono stati momenti di grande soddisfazione e altri di difficoltà, ma mai come nelle avversità la Ditta Meletti è stata in grado di trovare la spinta per migliorarsi e crescere. A cornice di questa narrazione, il legame indissolubile con il Piceno e con la città di Ascoli Piceno, che la Ditta Meletti mantiene ininterrottamente da 150 anni. La storia narrata in questo bel libro vuole essere un esempio tangibile che è possibile essere ciò che scegliamo, che non bisogna aver paura dell’incertezza, che la vita può dare o togliere, ma il sogno da realizzare rimane nelle nostre mani e dipende dalle scelte che si è in grado fare e dai valori con cui scegliamo di interpretare la vita. -
Il libro celebrativo dei 120 anni di storia dell'Ascoli Calcio. Stadio Cino e Lillo Del Duca, 8 giugno 2019 Il racconto fotografico di tutte le emozioni dell'evento celebrativo, un libro che ripercorre tra tanti scatti “la storia” che per una giornata è tornata a calcare il Del Duca, un libro da conservare, sfogliare e tramandare...
-
Parlare di Ascoli Piceno, raccontarla per immagini e parole, è necessario tanto quanto parlare di bellezza. Tralasciamo momentaneamente piazze e chiese, portali e torri, e anche quei particolari che si intravedono inaspettati, su antiche finestre o bifore in travertino e parliamo della sua bellezza. Perchè la bellezza di cui parlo nel pensare Ascoli è sì il frutto di tutti quei particolari che voglio mettere da parte per un momento, ma è anche quella bellezza che si pone su un piano diverso, è piu viscerale, è empatia tra l’uomo e il luogo, tra l’uomo e la pietra.
-
Esaurito
Il Volume, realizzato da Artificio Edizioni, di raffinata veste editoriale, di grande formato (24x34 cm) con legatura cartonata, raccoglie in 196 pagine notizie approfondite e immagini di ben 93 artisti abruzzesi dell’800 ed è corredato da una documentazione fotografica di oltre duecento immagini parecchie delle quali inedite. Si conferma quindi come utile ed insostituibile strumento di indagine e studio per quanti vogliano avvicinarsi e approfondire questa stagione artistica del nostro territorio. L’edizione si avvale oltre agli approfonditi testi dell’autore Pasquale Del Cimmuto, di interventi introduttivi di studiosi del calibro di Paola Di Felice, Storica dell’Arte all’Università san Raffaele di Milano - Roma e di Isabella Valente, professore associato di Storia dell’Arte Contemporanea del Dipartimento di studi Umanistici dell’Università di Napoli Federico II. L’autore nel corso di diversi anni, attraverso assidue e continue ricerche è riuscito a raccogliere notizie su tutti i protagonisti della vicenda artistica abruzzese dell’800, riportando alla luce anche quelli dimenticati e sottovalutati dalla critica d’arte, dei quali si erano perse le tracce. Ci consegna così una immagine complessa e completa non solo della ricerca pittorica di grande valore stilistico e contenutistico ma anche l’ interessante scorcio delle vicende umane del clima sociale del tempo e delle profonde e indissolubili radici che legano gli abruzzesi alla loro terra spingendoli a volte ad un ineluttabile quasi obbligato ritorno ai propri luoghi .
-
Questo libro, curato da Nikla Cingolani, nasce da una riflessione tratta da "Il faut bien manger." O il calcolo del soggetto di - Jacques Derrida. “Dunque, la questione morale non è e non è mai stata, si deve mangiare o non si deve mangiare, mangiare questo e non quello, il vivente o il non vivente, l’uomo o l’animale ma poiché si deve pur mangiare e che sia bene, e che sia buono, e che non ci sia altra definizione del bene, come si deve mangiare bene?” (Jaques Derrida) La curatrice ha inteso mettere a confronto e analizzare il rapporto psicologico, politico e sociale, che si ha con il cibo, mettendone in luce il lato materiale e simbolico. Per fare a ciò ha riunito artisti marchigiani, nazionali ed internazionali oltre a filosofi, psicologi, musicisti e chef, il tutto a creare un menù eterogeneo che sia in grado di mettere in luce il rapporto cibo-bene, che poi sia un bene legato ad una corretta alimentazione o un cibo che faccia bene all'anima o al pianeta, poco importa, ciò che conta è che la bussola sia correttamente posizionata. Attraverso le opere di Federica Amichetti, Karin Andersen, Attinia, Luca Bidoli, Daniele Camaioni, Angelo Colangelo, Giulia Corradetti, Peter De Boer, Armando Fanelli, Pierfrancesco Gava, Carla Mattii, Sabrina Muzi, ed i testi - “ricette” di Paolo Brunelli maestro chocolatier, Gabriele Capannelli titolare di “Bontà delle Marche”, la dott.ssa Giuliana Capannellipsicoanalista del Centro Heta “ Fida Ancona, il sommelier professionista Settimio Cingolani, lo scienziato Fabrizio Fasano, l’oncologo Cesare Gridelli, l’antropologa Alessandra Guigoni, lo psichiatra psicoanalista Leonardo Mendolicchio, il giornalistaClaudio Mollo, Fabiola Ruggiero titolare di “Cose di Tè”, la dott.ssa Cristiana Santini, la dott.ssa Cinzia Scaffidi, il tenore Pietro Ballo, e infine le interviste al prof. Nicola Perullo e allo Chef Moreno Cedroni. Tutti sono stati invitati a commentare le opere e rispondere alle affermazioni derridiane: “Bisogna ben mangiare” “Bisogna mangiare bene” “Bisogna mangiare il Bene”.
-
EsauritoIl catalogo della quinta edizione di Marche Centro d'Arte è stato curato da Artificio, il nostro marchio editoriale dedicato all'arte. Convinti come siamo, e come lo sono gli ideatori che l'arte e i suoi riti possono essere un elemento aggregante del territorio e per il territorio. Con questa quinta edizione dell'Expo Marche Centro d'Arte si è infatti compiuta una importante opera di consolidamento nel territorio dell'intero progetto.Sono infatti cinque le città che quest'anno hanno accettato di ospitare l'Expo: San Benedetto del Tronto, Offida, Cupra Marittima, Monsanpolo, Monteprandone. Le sette sezioni dell'Expo propongono uno sguardo a 20 anni di storia, attraverso alcuni degli artisti che hanno partecipato alle iniziative della galleria Marconi, ma anche con uno sguardo sul futuro, con la selezione da cui potrebbero uscire, come già accaduto, gli artisti dei prossimi anni. San Benedetto del Tronto: Pala Riviera, a cura di Nikla Cingolani Cupra Marittima: Stazione Ferroviaria, ex spogliatoi, a cura di Anna Rita Chiocca Monsanpolo del Tronto: Chiostro di San Francesco, a cura di Valentina Falcioni Monteprandone: Palazzo Parissi, a cura di Maria Letizia Paiato Offida: Showroom Ciù Ciù, a cura di Lucia Zappacosta
-
EsauritoLubecca è agli opposti di Trieste. Il bordo esterno di un continente, l’affaccio al mare del nord come Trieste è il primo approdo a quello del sud. Entrambe hanno un’aria un po’ congelata e sospesa, quasi che, a dispetto di una lunga storia, di architetture eleganti e delle dinastie dei commercianti, lo sviluppo fosse rimasto a un certo punto bloccato, preservandole dal contagio ma anche dal dinamismo del Novecento. Ma in questo non c’è contraddizione: la linea che da Lubecca a Trieste ha tagliato il continente, dividendo est e ovest, ha reso le due città allo stesso tempo avamposto e periferia di un impero.
-
EsauritoRaccontare le emozioni di una comunità, estrarne il senso, coglierne le contraddizioni vissute, esorcizzate con le proprie tradizioni. Sacro e Profano sono due estremi, due mondi apparentemente lontani che qui magicamente si intrecciano, si fondono, condizionano, danno identità, quella vera. Le immagini, bellissime parlo chiaro, non lasciano dubbi, non vogliono essere interpretate, raccontano di mondi che convivono in un luogo, Offida, nei suoi abitanti, e lo fanno in un modo così vero, che sorge il dubbio su quale sia la realtà.