Ricordi in flusso continuo che si accavallavano l’uno sull’altro, desiderosi, tutti, di trovare una testimonianza; un interessante e piacevole tuffo nel passato in doveroso contatto con la realtà presente. Il nostro secondo appuntamento con la cultura, ci porta a casa di Ugo Marinangeli, Premio Truentum 2002 (riconoscimento della città di San Benedetto ai suoi figli più illustri). Classe 1927, dopo una laurea in Chimica pura, si dedica all’insegnamento della matematica e scienze naturali, per poi approdare alla presidenza della scuola media statale Sacconi che lo terrà impegnato per quasi dieci anni. Nel frattempo, la sua invidiabile versatilità lo porta a ricoprire incarichi di natura politica, passando dal ruolo di consigliere comunale a quello di sindaco, nonché di scrittore. La sua ricerca storica verte su quattro ambiti della vita cittadina: il fronte politico-amministrativo, l’attività peschereccia, la scuola e l’Azione Cattolica.

Dopo una calorosa accoglienza, abbattuto ogni sorta di formalismo, iniziamo la nostra intervista.

Professore, l’Articolo 9 della nostra Costituzione dice: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Cosa ne pensa? È davvero così?

Non sempre ha una rispondenza, dipende dalla condizione sociale in cui verte il paese. Vedi, ripenso sempre con un certo dispiacere a ciò che il giornalista del Messaggero Pietro Calabrese scrisse sulle pagine del suo giornale dopo una visita alla nostra città: “San Benedetto, un deserto culturale”. Negli anni ’50 San Benedetto era ricca di rappresentazioni teatrali e liriche; di qui sono passati nomi del calibro di Sciorilli (direttore d’orchestra, compositore, pianista) e del Maestro Bellezza. C’era il Teatro Don Bosco, il cinema, la Palazzina Azzurra. Non mancava effervescenza culturale, sempre in rapporto alla condizione sociale del tempo. Un fermento culturale era legato a tutto ciò che ruotava attorno all’attività marinara.

La cultura, in fondo, è sacrificio, lavoro e ricerca e una continua lotta alla ricerca di finanziamenti e fondi. La cultura non frutta a livello economico.

In qualità di ex professore ed ex preside, mi può dire cosa pensa della Riforma Gelmini?

Ogni Riforma della scuola ha i suoi pro e i suoi contro. Lo stesso Berlinguer ha detto che è una Riforma che andava fatta. La scuola ha necessità di adeguarsi ai tempi. Bisognerebbe in realtà partire dall’educazione degli insegnanti. Che significato ha la cultura nelle Università quando i professori sfruttano il lavoro dei loro laureandi per poter preparare i corsi monografici degli anni successivi? Dov’è la formazione in questo, dove la preparazione?

Pensa ci sia futuro per la cultura in Italia?

Occorre una nuova coscienza culturale e sociale, una rivoluzione sociale.

Ma crede che sia possibile?

Stiamo vivendo una fase di degrado della moralità e della solidarietà, ma penso che l’Italia sia in grado di sostenere una rivoluzione sociale.

Veniamo alle domande più personali, quali sono le lettura che preferisce?

Amo leggere le biografie di carattere storico e sociale. Diciamo anche che le mie letture sono indotte dalle ricerche che svolgo in relazione ai progetti che porto avanti. Per esempio, i prossimi testi da scrivere riguardano il quadro della Madonna della Marina che ha subito dei ritocchi dal 1908 in poi e non si sa da chi siamo stati fatti e perché; e la costruzione di una casa di ricovero per i pescatori e i loro parenti su richiesta dell’Amministrazione comunale tra il 1923 e il 1925. Tutte le mie letture sono relative agli atti e ai testi collegati a questi argomenti.

Cosa consiglierebbe ai giovani che vogliono intraprendere la strada della cultura, sia essa scrittura, pittura, teatro, cinema…

Tanto studio e applicazione nella ricerca. Oggi si parla troppo facilmente e superficialmente senza dati di fatto.

Un ringraziamento dovuto al prof. Ugo Marinangeli per la sua disponibilità e al Circolo dei Sambenedettesi

Simona Del Gran Mastro