Queste parole sono tratte da un testo di Pico della Mirandola, Oraztio de hominis dignitate (1486). Sono le parle che l’autore fa pronunciare a Dio dopo avere creato l’uomo.

Le trovo attualissime e fondamentali per chi, oggi come ieri, vule inoltrarsi nel più importante viaggio, forse nel viaggio che immancabilmente ciascuno dovrebbe fare, quello dentro se stessi.

Bè, se intrapenderete questo viaggio allora queste parole vi sarnno d’aiuto, come acqua sul percorso di un  viandante.

Messe qui potrebbero sembrare, quasi decontestualizzate, da dove vengono e dove vorrebbero andare viene da chiedersi, ma in nessun luogo e in tutti i luoghi, non sta certo a me indirizzarle, posso però condividerle, posso indicarle e segnarle, sarnno loro a farsi strada.

” Non ti ho dato nè un posto determinato, nè un aspetto proprio, nè alcuna prerogativa tua (….). La natura limitata degli altri esseri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu invece te la determinerai senza essere costretto da nessuna barriera, secondo il tua arbitrio, alla cui potestà ti consegnai(…).

Non ti ho fatto nè celeste nè terreno, nè mortale nè immortale, perchè di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine”.