Fame, maltrattamenti, lavoro schiavista, morte, negazione della dignità umana: in fondo, per quanto riguarda l’aspetto più atroce, non esiste poi una grande differenza tra lager nazisti e gulag sovietici; inoltre è infimamente stupido stabilire quale tra le due realtà ha contato più morti, quale è la più “famosa” e quale la più agghiacciante.
Comunque, in ogni caso, differenze ce sono, soprattutto a livello organizzativo.
Lo spettro del gulag ha terrorizzato i nemici del regime sovietico per lunghi anni, subendo, durante quest’ampio arco di tempo, diverse trasformazioni. I lager, al contrario, hanno avuto un tempo di durata più breve e trasformazioni meno incisive.
Il sistema concentrazionario nazista mirava all’annientamento programmatico, immediato e incondizionato di intere razze; mentre i gulag sono nati come campi di lavoro correttivi per i nemici del regime, finalizzati alla produttività (costruzioni di grandi opere: disboscamenti di foreste, costruzioni di ferrovie, strade e canali). Inutile sottolineare che si trattava di un lavoro che portava frequentemente alla morte.
Nel mondo dei gulag, l’ambiente era più omogeneo dal punto di vista sociale e linguistico; i lager accoglievano, al contrario, razze diverse e lingue diverse, impedendo la comunicazione e, soprattutto, la comprensione degli ordini.
Scrive Solzenicyn, scrittore e testimone diretto della barbarie sovietica, ne “L’Arcipelago Gulag”: “Nel pieno fiore del grande secolo Ventesimo, in una società ideata secondo un principio socialista, negli anni quando già volavano gli aerei, erano apparsi il cinema sonoro e la radio, il sistema del gulag fu perpetrato non da un unico malvagio, non in un unico luogo segreto, ma da decine di migliaia di belve umane appositamente addestrate, su milioni di vittime indifese”.
Tante sono le testimonianze di scrittori e non che hanno subìto la furia nazista e sovietica: sono lasciti da tramandare alle generazioni future affinché l’uomo non dimentichi, affinché, ancora una volta, la spasmodica sete di potere tenda a giustificare azioni di folle barbarie.