“I libri non sono per nulla cose morte, bensì contengono in sè una potenza di vita che li rende tanto attivi quanto quello spirito di cui sono la progenie; di più, essi preservano come in una fiala la più pura forza ed essenza di quel vivente intelletto che li generò Queste poche righe sono tratte da “Areopagitica” di John Milton. Ho voluto dar loro risonanza per avere un punto da cui partire e affronatare un discorso più generale che riguarda il peso della cultura nel nostro paese. Sembra essere arrivati al disfacimento finale: politico, economico e culturale. Cosa poter fare o dire di fronte al menefreghismo e all’incuria nei confronti del nostro affascinante patrimonio artistico, cosa poter ribattere a un ministro che si offende se gli viene dato dell’intellettuale, che pensare del livellamento intellettuale che infetta le nuove generazioni cresciute a pane e grande fratello? Italia la culla della cultura? Semmai la tomba! Non vorrei sembrare dietrologa e cadere nel qualunquismo del “tutto ciò che è passato è meglio del presente”, ma almeno nel passato si credeva alla cultura come fonte di arricchimento personale ed economico, si puntava all’indottrinamento di nuove generazioni affinchè potessero trasformarsi in forze propositive per il bene del paese. Bisogna ripartire da lì, dalla scuola, dalle arti, dalla lettura … dobbiamo riprendere a pensare, sognare, credere e ragionare! Simona Del Gran Mastro
Definizione di un libro
[…] Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa, uccide l’immagine di Dio nella sua stessa essenza … un buon libro è il prezioso sangue vitale di uno spirito sommo, preservato apposta e custodito gelosamente per una vita oltre la vita“.