Autrice: Giorgia Pacione Di Bello
I millennial sono una generazione unica nel loro genere, figlia di due mondi, quello analogico e quello digitale. Sono perfetti per traghettare il Paese verso il futuro, se non fosse che sono stati completamente dimenticati dalla politica, riservandogli un futuro fatto di incertezze e di sguardi di superiorità perché prima definiti troppo “choosy”, e adesso è il momento di buttargli addosso anche la croce del “in Italia si fanno pochi figli”. Una generazione su cui nel corso degli anni se ne sono dette di ogni, visto che hanno avuto la presunzione di voler ridisegnare le modalità di lavoro. Lo smart working e la settimana corta sono due simboli di questa generazione ma a differenza di altri paesi non vengono percepiti come un’opportunità. E se la flessibilità non fosse altro che un banco di prova per testare quali aziende sono veramente pronte al futuro? È innegabile che stiamo vivendo un importante cambiamento tecnologico. Come è anche innegabile che già oggi molte aziende fanno fatica a trovare personale qualificato, tipicamente Stem. La risposta potrebbe arrivare dalle nuove generazioni, vero? Si potrebbe dunque pensare che il problema millennial con tutte le relative chiacchiere sullo smart working, sia superato. E allora chiedete a un ventenne se vorrebbe lavorare in un’azienda che non concepisce la flessibilità come un valore.