Il blog dedicherà il mese di ottobre ad Alberto Moravia, autore troppo presto dimenticato dal suo pubblico e dalla critica

Scrittore prolifico e versatile, critico integerrimo, a vent’anni dalla scomparsa, avvenuta il 26 settembre del ’90, Alberto Moravia sembra ormai dimenticato. Ammirato dal suo pubblico, amato e incensato dalla critica, lo scrittore italiano sta vivendo un periodo di ingiustificato oblio iniziato subito dopo la sua morte.

In occasione dell’orazione funebre, il suo amico Umberto Eco ha detto: “Caro Alberto …. ti dobbiamo il silenzio che spetta ai Grandi. Ma non il silenzio per dimenticare. Il lungo silenzio della rilettura”.

Altro pilastro della letteratura italiana, Francesco Petrarca, ne “I Sepolcri” afferma la funzione centrale della poesia: il cui compito è quello di celebrare le virtù di chi la scrive e di conservarne il ricordo nel tempo.

Il giornalista Paolo di Paolo, da sempre affascinato dalle tematiche sulla memoria, ha scritto un articolo dal titolo “Tornare a Moravia”, nel quale va alla ricerca di una risposta all’interrogativo su come è possibile che un personaggio tanto amato in vita possa venire così presto dimenticato; quali sono le cause che hanno steso quella coltre di silenzio sulla produzione dell’autore de “Gli indifferenti”.

La ragione può essere di natura letteraria: la narrativa di Moravia è stata, sin dall’inizio, moralistica e intellettualistica. La grande tradizione del romanzo volto alla conoscenza e alla polemica, iniziata con la narrativa francese e russa, ha visto però il suo declino con l’avvento delle Avanguardie.

Forse la causa è da imputare alla “periodizzazione” dell’opera moraviana. Il critico, giornalista e scrittore Geno Pampaloni parla di un primo Moravia “rigorista o giansenista”, di un Moravia “cattolico”, per terminare con un Moravia “ossessivo” il quale accanto a brutti libri ha scritto anche buoni romanzi e racconti.

Forse, come afferma in un suo saggio Luigi Baldacci, Moravia non è stato “sostanzialmente accettato da quello stesso pubblico che gli ha decretato il successo”.

Altri critici pensano che il ricordo dell’autore sia appannato dall’etichetta che gli è stata affibbiata di “autore di un solo romanzo”. Il grande successo ottenuto da “Gli indifferenti” ha decretato insomma la sua fama e il suo oblio.

Ciò che Paolo di Paolo consiglia, a conclusione del suo articolo, è di rileggere Moravia fino in fondo, dai primi agli ultimi romanzi, per avere una visione completa della maturazione dell’artista, “mettendo in discussione le nostre abitudini di lettori, piuttosto che le qualità dello scrittore”.