Questo articolo è nato dopo una cena ipotetica con Pier Paolo Pasolini.
Il pomeriggio di luglio non ha tradito nessuna aspettativa, 36°
Erano anni che non rendevo un pulman, decenni che non salivo sul mitico Cameli, oggi chiamato Start. Ma per me e per quelli come me la storia non è un vezzo, e non si cambia con una sigla, ecco perché chi congiunge Ascoli alla capitale rimane Cameli, prima autolinea cittadina ad offrire lo scorso secolo questo servizio.
Ma vi rendete conto di quante emozioni hanno viaggiato su qui sedili, di quante speranze, di quante gioie e dolori, di quanti sguardi, di quanti figli, di quanti padri e madri…di quanti sogni!!
Oggi la Salaria è decisamente più dritta, nel pulman c’è l’aria condizionata ed il piano rialzato, molti ascoltano ipod, altri si perdono come sempre fuori dal finestrino, quasi tutti scrivono messaggi, qualcuno borbotta e si imbroncia la primo semaforo che lo farà ritardare.
Roma alle 20.00 è una cappa di umidità, fa caldo. Addrizziamo le antenne, velocità e clacson ci aggrediscono come ospiti indesiderati,. Sguardi assenti e sudore, hanno tutti l’aria di aver lavorato tanto, di essere stanchi, di voler conquistare la propria casa, la propria tana in quella selva di cemento, il proprio silenzioso riparo, la propria panchina. Scendiamo giù, nel labirinto venoso di questa grande illusione.
Ma cos’è oggi Roma? Cos’è diventata?
In metro tutti leggono, forse mi sfugge qualcosa, forse ho perso qualche virgola del tempo che viviamo e che da senso al discorso, forse ho lasciato un punto. Leggere in metro, nel ritaglio di tempo tra una fermata e l’altra, sotto una luce fredda e costante, in compagnia di un voce forzatamente suadente che annuncia le fermate, fra cartelloni pubblicitari che sfilano via.
Mi guardo intorno, mi soffermo su qualcuno, forse ho capito dove sia Roma!
Roma non c’è, Roma non esiste più, Roma è un sogno di ciò che è stato, vive nella mente di ciascuno di noi, in un remoto angolo del cuore, lì dove si conservano i ricordi, le immagini, i momenti belli e quelli brutti, le carezze date e avute, le frasi non dette e tutto ciò che giorno dopo giorno ci ha portato più vicino a noi stessi o più lontano. Roma, la Roma dei “ sorrisi de core”, delle vespe che sfrecciano sul lungotevere, delle belle signore della domenica, vive in quel posto lì, lontana da ciò che era, senza sapere ciò che sarà.
Forse tutto questo era evitabile, forse tutto questo era prevedibile.
Sono le 21.00, l’afa non ci lascia neppure qui, al Biondo Tevere, ristorante dove Pisolini cenò l’ultima sera della sua vita, era uno dei suoi preferiti. Il Tevere scorre lento, qui i turisti non sono arrivati, qui ci dice orgoglioso il proprietario ci vengono solo i romani…quelli veri!!
La nostra meta era questa, una cena ipotetica con Pier Paolo Pisolini, quattro amici che dopo tanti anni si ritrovano per dirsi come va, per dirsi che era tutto vero quello che andava scrivendo, quello che andavo strillando con film e poesie, con libri ed articoli.
Ci siamo dentro completamente, e non fino al ginocchio, ma molto più su.
Roma è una città senza amore, ecco cosa è diventata. Ma Roma non esiste!! Se svuotassimo la capitale d’un colpo, se prendessimo tutti i suoi abitanti e li portassimo nel mare aperto, cosa rimarrebbe? Il Colosseo, l’Area Pacis, i Fori Imperiali, San Pietro. Pietre appunto, belle e meno belle, comunque pietre. E una pietra dipende da chi la guarda, è chi la guarda che gli da vita, che la rende bella. Se una pietra da emozioni è perché chi la guarda è pronto a ricevere quelle emozioni, è pronto a ricevere la sua bellezza, il suo messaggio. Allora Roma esiste!!! Ed è sempre esistita!!
Sono le persone, siamo noi che stiamo scomparendo o siamo già spariti alla bellezza, siamo noi che PPP voleva avvertire….Ma dove sono le persone, dove siamo, dove stanno andando, cosa stanno diventando…..cosa ci salverà!!
Domenico Capponi
solini.