FABRIZIO ROTONI

Fabrizio Rotoni, professore in pensione, due sono i fari che hanno guidato la sua vita: il primo l’avversione naturale per il conformismo, il pensiero unico, la storia scritta dai vincitori; il secondo un desiderio forte e insopprimibile di libertà fisica e intellettuale e di pensiero divergente. Tutto ciò ha determinato le sue passioni più forti: andare in motocicletta, con la quale fa lunghi viaggi con la moglie; studiare e insegnare matematica per perdersi nella sua bellezza astratta che confina con l’arte; leggere voracemente fin da bambino senza smettere mai, passando dai fumetti ai romanzi e scoprendo nel tempo i poemi eroici, la fantascienza di Asimov e Bradbury, l’horror di King, il giallo di Ed McBain; farsi affascinare dal cinema di Spielberg e Kubrick e infine praticare il gioco degli scacchi conquistando il titolo di candidato maestro e quello del bridge.

E la scrittura? Solo da ragazzo ha scritto qualche racconto e quando la moglie gli chiedeva: «Perché non riprendi a scrivere?», rispondeva invariabilmente: «Non ho voglia di parlare di me».

Tutto è cambiato nell’estate del 2020, quando incontra casualmente un suo ex alunno e amico, Ugo Quartaroli, che gli rivela di aver pubblicato il suo primo romanzo giallo. Da quel momento gli torna prepotente la voglia di scrivere e, in poco più di un anno, scrive parecchi racconti brevi e qualcuno più lungo attingendo liberamente alle sue passioni e conoscenze.