Autore: Matteo Passante
Questa è la storia di Giovanni Vergani, milanese, musicista per diletto ma dipendente di un call center per necessità, padre di un bimbo che la sua ex compagna ha portato via da Milano per tornare nella sua Catania. Così un bel giorno, quando si accorge che anche suo figlio sta diventando uno dei tanti figli “orfani di padri vivi” di questo paese, Giovanni si trasferisce in Sicilia. Iniziano così i suoi personali “vespri” e, con essi, anche la sua nuova vita, che piano piano si riempirà di personaggi densi, unici, talvolta bizzarri: c’è Gianluca, che divide le donne tra quelle che conoscono già la poetessa Wisława Szymborska e quelle a cui la farà conoscere a breve; c’è Anna, che sostiene che “gli appuntamenti con orari prestabiliti siano una indicazione di massima su quando vale la pena aspettarti: alba, prima di pranzo, controra, tardo pomeriggio, sera, o notte” e il resto sia un’esasperazione moderna dell’utilizzo dell’orologio; c’è Viola, che vive in via Etnea e dall’alto vede le cose prima di chiunque altro.
Matteo Passante esordisce come scrittore con un libro appassionato, a metà tra il saggio e il romanzo sociale, la finta autobiografia e un trattato psicologico “leggero”, dove una storia d’amore “fitusa”, ambientata in una Catania che profuma di limone, è pretesto per raccontare di lutti, di RSA malinconiche, di conservatori dimenticati, di theremin e delle sue regole, di nuove sfide.