Autrice: Maria Loretta Tordini
Il romanzo inizia con l’immagine ossimorica di un mare azzurro-blu, sul quale s’affaccia un uomo in lacrime. È Odisseo, l’Eroe greco che piange il mancato ritorno in patria. Si trova a Ogigia, dimora di Calipso, la quale intende trattenerlo. Nel frattempo giunge sull’isola, di nascosto, il dio Ermes con un messaggio per la Ninfa da parte di Zeus. Questi le ordina, in maniera perentoria, di lasciare andare via l’Eroe, perché così vuole il Fato al quale non è possibile disubbidire. L’ordine divino muove la storia, dirigendola verso la conclusione voluta dal destino. Partito da Ogigia, Odisseo si trova ad affrontare ancora situazioni gravi, non solo sul mare, nonostante abbia già vissuto vicende drammatiche e dolorose.
Egli stesso le racconta in un lungo flashback nella reggia del re Alcinoo. Per sua fortuna, l’Eroe acheo ha sempre accanto a sé la dea Atena, che lo ama per la sua duttile intelligenza. Il romanzo si sofferma inoltre su altre figure femminili con cui egli intreccia colloqui di mente e di cuore, durante il suo straordinario viaggio. Sono creature terrene, non dee dell’Olimpo, che però Odisseo appella talvolta col nome “Divina”. L’ultima è Penelope, la moglie che l’ha sempre atteso, confidando nel suo ritorno in patria. Così l’alba a Itaca, l’isola di cui l’Eroe è re, li trova abbracciati: due cuori di ferro, teneramente uniti nel loro letto incastonato in un albero d’ulivo.