Questo lavoro, frutto dell’impegno di uno studioso attento quale è Padre Antonio Salvi, oltre a rappresentare la naturale prosecuzione del suo precedente libro (Iscrizioni medievali di Ascoli, 1999), porta con sé un valore culturale enorme in quanto raccoglie le iscrizioni medievali presenti nell’intero territorio ascolano, come si configurava nel Medioevo ed entro un limite cronologico stabilito convenzionalmente con il 1510. Alcuni brevi cenni storici riguardanti le località dell’ascolano, rilevati per lo più da fonti manoscritte, valgono come introduzione. Essi precedono i testi epigrafici al fine di contestualizzare il contenuto proposto dalle diverse iscrizioni. Ci sono iscrizioni presenti su architravi, altre su campane. Alcune di esse rappresentano le uniche testimonianze di iscrizioni medievali superstiti. I due volumi costituiscono un indispensabile e formidabile strumento di ricomposizione di un mosaico quale il patrimonio epigrafico della città di Ascoli e del suo territorio e un efficace filtro di indagine-decodifica destinato a illuminare, nei frammenti delle fonti lapidee, prorompenti tracce dell’esistenza racchiusa in esse. Nelle descrizioni dei luoghi e del contesto, nello studio e nella spiegazione delle epigrafi, riemerge l’affresco di una cultura, quale quella medievale, così intatta e ancora straordinariamente pulsante nelle sue intense e variegate espressioni; strumento necessario per l’oggi, che esige la ricomposizione di categorie valoriali smarrite su cui riconoscere l’identità di appartenenza culturale. Questo lavoro, scientifico e culturale per le modalità con cui è stato condotto e per il fine preposto, ha anche un altro enorme merito, quello cioè di riconsegnare alla memoria un patrimonio storico-culturale che il nostro tempo ha tutte le caratteristiche per relegare e disperdere nell’oblio dell’incuria e dell’indifferenza.