Autore: Giovanni Morelliti
Notte d’estate. Marito e moglie sono a letto nella loro casa di città. Il marito ha preso una pasticca di melatonina e sta per addormentarsi quando arriva una telefonata: i due figli adolescenti, in vacanza al mare, sono andati in discoteca per festeggiare il Ferragosto. La figlia ha bevuto troppo, è svenuta ed è stata portata in ospedale. Dopo una notte in osservazione la ragazza può tornare a casa. Una volta superata la paura, tuttavia, i genitori precipitano in una spirale di rivelazioni imperniate su menzogne e sotterfugi messi in atto dai figli sotto i loro stessi occhi. Coloro che credevano di conoscere perfettamente si rivelano, all’improvviso, degli sconosciuti. L’occasione è preziosa per riflettere sulla giovinezza di cui ci si spoglia nel momento in cui si mette al mondo un bambino, sul senso di malinconia per ciò che non è più, sull’inevitabilità di un rapporto complesso e talora conflittuale con i propri figli.
L’azione è unica, si svolge in una stanza e dura poco più di due ore. I monologhi interiori dal ritmo serrato e logorante proiettano nella mente e nel dramma di due genitori che si svegliano fragili, si scoprono impotenti e si vedono sviliti come inanimati elementi di arredamento, mentre i figli – improvvisamente cresciuti – si allontanano commettendo quegli stessi errori che loro avevano sperimentato anni prima. I flussi di coscienza della madre e del padre si alternano senza cesure e i lettori sono chiamati a identificarli in un tour de force stilistico condotto sul filo di due petites musiques ben temperate.