L’intervista a Monica Maratta, che ha pubblicato con Capponi Editore il suo romanzo d’esordio “Come fiori tra le macerie”, prosegue con una serie di domande sulla sua attività di scrittrice.

Quando scrivi un romanzo, segui uno schema ben preciso o hai un approccio più spontaneo e segui l’ispirazione del momento?

Dipende da cosa sto scrivendo. Nel caso di “Come fiori tra le macerie” confesso di aver scritto istintivamente anche se, ovvio, dopo la stesura è cominciato il lungo lavoro di editing. Anche nel mio secondo lavoro, “Cuore indiano”, ho scritto di getto, mi è venuto spontaneo, essendo un racconto di fantasia. Al contrario, con il nuovo romanzo storico “Incanto e disperazione – La leggenda di Ninfa”, mi sono ritrovata a essere metodica e mi sono aiutata stilando una scaletta.

Scrivi in orari particolari? C’è un luogo specifico o una stanza dove preferisci scrivere?

Mi sono ritrovata a scrivere in tutte le ore del giorno e della sera, con una particolare propensione per le prime ore del pomeriggio, quando nella cucina a veranda di casa mia dalle finestre entra una luce fortissima, oltre al calore del sole. Mi ritrovo a guardare fuori dall’immensa vetrata e il paesaggio di campagna spesso è fonte di ispirazione.

Che consiglio ti senti di dare a uno scrittore emergente?

A uno scrittore emergente consiglierei di non abbandonare mai il suo sogno, ma di essere sempre realista. In Italia esistono più scrittori che lettori, è un dato di fatto…

Cosa sono per te la scrittura e la lettura? Che ruolo e che significato hanno nella tua vita?

Il ruolo di lettrice mi appartiene da sempre, fin da quando ero una bambina. Al contrario di molte donne, per farmi felice basta accompagnarmi in una libreria, piuttosto che in un negozio di abbigliamento. Nasco come lettrice di saggi storici e solo di recente ho cominciato a leggere romanzi. Il ruolo della scrittura occupa un importantissimo posto nella mia vita, ma solo da qualche anno.

Qual è stato il primo libro che hai letto?

Il mio primo libro l’ho letto da bambina. Mia madre mi regalò “Il Libro Cuore” di E. de Amicis.

Che tipo di lettore sei? Cosa e quando ti piace leggere? Leggi più volentieri libri cartacei o ebook?

Sono una lettrice compulsiva. Adoro leggere saggi storici, il mio primo amore, ma adoro anche i romanzi storici o rosa (basta che non siano contemporanei). Come ho già accennato precedentemente, i miei autori preferiti sono E. Morante, A. Moravia e A. Pennacchi, solo per citarne alcuni. Ho cominciato a leggere autori esordienti come me e ne ho conosciuti alcuni davvero talentuosi. Da poco tempo sono entrata a far parte di un blog letterario, “Les fleurs du mal”, come recensore di libri e le mie letture sono aumentate notevolmente. Tuttavia il momento in cui mi rilasso con la lettura è quello prima di dormire: la casa è avvolta dal silenzio e, alla luce della lampada da comodino, mi godo l’intimità di un bel libro. Leggo sia in ebook che in cartaceo, prediligendo il primo formato.

Consigliaci un libro non tuo.

Il libro che vi consiglio è “Cangrande, paladino dei ghibellini”, un romanzo storico dell’autrice esordiente Giovanna Barbieri. Ambientato agli inizi del 1300, narra le cruenti guerre tra guelfi e ghibellini a Padova, dove era ospitato il poeta Dante Alighieri in esilio e che sarà proprio uno dei personaggi del libro. Ciò che colpisce è l’accuratezza usata nel narrare gli eventi storici, è palese la documentazione profonda dell’autrice. Leggendolo, però, si apprende anche la vita quotidiana del popolo durante il Medioevo. Affascinante per chi ama il genere.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Cosa dovranno aspettarsi i tuoi lettori?

Innanzitutto sta per uscire un romanzo rosa storico che ho scritto insieme ad un’altra scrittrice, Aurora Stella: “Non odiare il sole”. Ho sempre desiderato scrivere in coppia per provare una nuova esperienza. Inoltre ho in cantiere un nuovo romanzo storico, liberamente tratto da un fatto di cronaca che colpì la Roma di fine 1500. Il parricidio della nobile Beatrice Cenci nei confronti di un genitore violento, sodomita, crudele, la cui fama era conosciuta per tutta la città. All’esecuzione della fanciulla e degli altri partecipanti al delitto, fu spettatore persino il Caravaggio. L’evento scosse l’animo popolare.

 

Monica Maratta, COME FIORI TRA LE MACERIE, Capponi Editore, 2017, € 15,00: Copertina CPME FIORI TRA LE MACERIE

Correva l’anno 1922 quando, in un piccolo paese della Ciociaria, fiancheggiato dalle verdi acque del fiume Liri e incorniciato dai monti Aurunci, la piccola Filomena perde quanto di più caro ha al mondo: i genitori. Prima l’adorata madre le viene strappata dalla grande influenza, detta anche febbre spagnola, poi il padre decide di emigrare all’estero, in cerca di fortuna, senza più fare ritorno. Filomena sarà cresciuta dagli anziani nonni, vivendo l’imponente povertà di quei tempi, la fame e l’ancora diffuso analfabetismo. Diventata una ragazza, bella e ammirata e, per sfuggire alla miseria, è costretta a delle dolorose rinunce. Va a cercare lavoro nella Capitale e, seppur disillusa dagli uomini, è disposta ancora a credere nell’amore. Vittima di pregiudizi, decide di tornare al paese natio, dove si trova ad affrontare le conseguenze della seconda guerra mondiale. La sua terra natale, sfortunata nell’essersi trovata sulla linea Gustav, troverà la forza per rinascere dalle ceneri e dal sangue dei suoi caduti per merito dell’animo forte dei sopravvissuti.