IL LIBRO – Come già detto durante la prima presentazione che abbiamo fatto con Valerio Lucciarini De Vincenzi al Teatro Serpente Aureo di Offida, questo libro di pensieri e poesie è una sfida. In primo luogo è una sfida che l’autore fa a se stesso e con se stesso, una sfida in cui mi sono sentito coinvolto fin da subito, e che vi condivido.

Ci sono uomini che vivono nella realtà, sono radicati nel presente, di più, potremmo dire che la realtà ha messo in loro le proprie radici, al punto tale da essere diventati strumento della realtà.

Ci sono poi altri uomini che vivono nel modo dei sogni, dell’immaginazione e del possibile. Sono uomini che hanno ceduto il passo ad lusinghiero pensiero, ad unna voce suadente che li ha traghettati fuori dalla realtà, in un mondo tutto proprio.

L’uomo del libro incarna alla perfezione la figura del nuovo eroe, un eroe contemporaneo, che da una parte non può e non vuole rinunciare alla realtà a cui ha scelto di appartenere, tanto da diventare strumento. Dall’altro però non rinuncia al sogno, all’immaginazione, non ha paura di scendere dentro di se, di parlarsi, di cercare un dialogo costante con se stesso, con tutto ciò che lo rende vulnerabile e forte allo stesso tempo.

La sua poesia fa proprio questo, è una finestra attraverso cui il mondo immaginario si affaccia sul mondo reale e, viceversa, il mondo reale contamina il mondo immaginario.

Questo dialogo è in realtà un incontro, a volte uno scontro, uno sputarsi in faccia parole e sentenze, un versare lacrime che scendono giù senza riflettori accesi, con nulla di eclatante, nessun urlo, nessuna bestemmia, nessuna maledizione, semplicemente le lacrime, e poi, il sorriso e ancora un nuovo abbraccio.

Una tensione costante e continua a non mollarsi mai, perché  il nostro eroe sa che se smettesse di far dialogare i due mondi che possiede, lui sa che a quel punto, uno dei due fagociterebbe l’altro, non per questo diventando più forte, ma bensì più debole.

Domenico Capponi